Sclapasquetta 2009

Ambientazione stratosferica: villa Venier, Invillino. Tempo metereologico strepitoso. Una banda di "drogati di meeeerdaa". Festa "alla vecchia". Tutti ingredienti per una pasquetta indimenticabile: ed infatti così è stato.
Come al solito sfruttiamo casa di san Cella come deposito vettovaglie, e quindi è da lì che comincia l'epopea. Ore 17.00 del giorno di Pasqua, il ritrovo al numero 20 (mi pare) di via Cantore vede giungere i primi protagonisti carichi di pranzo e di belle speranze. Il tempo di caricare le macchine, risolvere un piccolo contrattempo per l'impianto audio e via. Dopo un lunghissimo viaggio di neanche 10 minuti siamo a destinazione. E parte la movida. Le bottiglie di birra cominciano a perdere i tappi, indiscussi leader del gomito i soliti, grandiosi, Jack e Bea. Si decide di cominciare ufficialmente la serata su di una panchina illuminata dagli ultimi raggi di sole, stappando una bottiglia di champagne: si alternano i sorsi di birra al pregiato vino francese, non sarà da manuale ma và bene comunque. La villa offre così tante opportunità di divertimento che non c'è nemmeno il tempo di sfruttarle tutte: chi si diletta con calcio-balilla e ping-pong, chi fà due palleggi, chi ancora lancia un torneo di Texas Hold'em, con il set di fiches e carte di jack, concludendo l'esperienza con diperati all-in senza fortuna. Ma alla fine l'attrattiva preferita è sempre la stessa: bottiglia in mano, sedersi e sparare cazzate. Poco dopo le otto, con l'arrivo del "minchiazza" Gio, siamo al gran completo per la serata; 15 temerari, tra cui alcuni professionisti dell'alcool: Jack, Bea, Lenny, Dani, Bassist, Margheritoni, Giaal, Gio, Nicolas, Cella, IL CALIFFO, Mitch, Mich "la tigre", Lele e il mister. Con molta calma, Jack prepara una buona spaghettata aglio, olio e peperoncino che asciuga un po' i pozzi, già discretamente riforniti, poi la serata prende la sua direzione e procede liscia in allegria. Poco dopo mezzanotte parte la partitella 4 vs. 4 a basket, che vuoi il buio, vuoi l'alcool, si rivela divertentissima. Ma la tragedia incombe: un nostro ospite, Jacopo, cade vittima della Nonino, e semina rigurgiti nel prato generosamente assistito da Margheritoni e Bassist, prima di prendere la via della branda. Poco dopo la Mini di Bea è in moto, e mentre alcune anime pie si occupano delle prime pulizie, porta a spasso appunto il Bea, Jack e mister. Il Califfo ci raggiunge....a piedi e arriva prima che possiamo scendere dalla macchina. La destinazione, infatti, è la Miniera, sul lato opposto della piazza. Lì ci si mangia un paninetto e si beve qualcosa; il tempo scorre e il Califfo comincia ad accusare la fatica sotto i colpi verbali del mister, che racconta nostalgicamente precedenti esperienze calcistiche. Quando tutto sembra sul punto di finire per rientrare a casa (cosa che Bea e Jack già avevano fatto), l'arrivo di Cella al grido di "Cosa bevete, offro io!" rischia di affondare il Califfo. Che però, come solo i grandi sanno fare, vacilla ma non cade. Al momento di pagare poi, Cella si accorge di essere privo di portafogli. Si propone per andare a prenderelo, ma il Califfo, intimidito dalla prospettiva di ritrovarsi nuovamente ad ascoltare il mister, subito salda il conto e si fa ritorno alla base. Lì vediamo che alcuni hanno optato per il letto, e nel giro di una mezz'oretta quasi tutti sono sotto le coperte. Quasi tutti. In cucina, infatti, và in scena un doppio sequestro di persona. I malcapitati Cella e Dani, subiscono un esemplare monologo storico-politico del mister, il cui unico scopo è aspettare che la scimmia scenda dalle sue spalle prima di coricarsi, per poter essere in forma anche il giorno dopo. Sono le 5 passate, e sono passate una brioche, molte birre e sigarette per Cella e un caffè per tutti e tre quando cala il sipario sul lungo monologo, che però ha avuto un filo logico costante ed ha portato a delle conclusioni altrettanto logiche. Ok, a nanna? No. Prima parte lo scherzone, foto nel sonno a tutti gli amichetti già in branda. Ovviamente piove qualche insulto. Quando anche gli ultimi tre decidono di chiudere la serata, sono quasi le 6.
Il mattino dopo vede l'ultima chicca di Jacopo che, ripresosi, secca un'ultima grappa prima di andar via. Alle 10 siamo tutti operativi, ed hanno già cominciato a raggingerci i primi gitanti di pasquetta. Alla fine saremo 35 circa. Mangiamo presto. Molto presto. Ma và bene così, la fame si fà sentire. E la giornata scorre tranquilla, condita da molta ilarità, partite a pallavolo e quant'altro. Chiudiamo ascoltanto il Dandy, nostro art director, che improvvisa infiniti coretti accompagnandosi a Jack e ad una chitarra monoaccordo, fino a quando il Bassist non lo deruba dello strumento. Sono le 5 e mezza, 24 ore dopo la partenza, quando lasciamo la villa, ritirata a lucido. 24 ore di puro Sclape Style.